Comunicare il prodotto tipico

Cibo e comunicazione, prodotti tipici come "media" del territorio, marketing territoriale e promozione del sistema territorio.
Quando si parla di comunicare l'enogastronomia si è sempre in bilico tra emozioni contrastanti. Stupore per i gioielli del gusto che un paese come l'Italia può ancora vantare e nostalgia per prodotti ormai scomparsi, rassegnazione di fronte all'inconsapevolezza e disinteresse che molti produttori dimostrano nei confronti della comunicazione del prodotto. Spesso si ha anche paura di vedere sprecate lle risorse economiche e le potenzialità della comunicazione stessa.
G. Fabris in una sua effervescente affermazione ha detto :Alice è morta!
Volendo sottolineare come il consumatore che si aggira meravigliato tra gli scaffali dei grandi magazzini, incantato e stupito dalle mirabili opportunità offerte dalla società consumistica, pronto ad acquistare con il prodotto il suo biglietto per il paese delle meraviglie, non esiste più.
Molte delle potenzialità che nascondono i prodotti tipici e tradizionali nascono proprio da qui.
Il consumatore ha concluso il suo apprendistato ed ha imparato la lezione: è sempre più attento, critico ed esigente. Nell'atto d'acquisto tiene in considerazione una serie di variabili che non si limitano più al prezzo, alla qualità, nel caso del bene alimentare, alla capacità soddisfare di un impellente bisogno primario (che, fortunatamente, nei nostri Paesi "dalla parte giusta del mondo" è già stato ampiamente soddisfatto). I prodotti tipici e/o artigianali riescono a soddisfare tali nuove necessità offrendo l'opportunità al consumatore di appropriarsi attraverso delle storie, delle tradizioni, dell'essenza più profonda di un territorio.

Tuttavia per rivalutare il territorio in ogni suo aspetto è necessario utilizzare una consapevole, programmata e continuativa attività di comunicazione che favorisca e promuova i processi decisionali del consumatore, con l'obiettivo di creare una rete che vada oltre la filiera agroalimentare.
Un ruolo di primo piano deve essere rivestito dai professionisti della comunicazione e dell'immagine, che oltre a rappresentare degnamente l'azienda e i suoi obiettivi, devono essere in grado di assumersi il ruolo di facilitatori capaci di comporre interessi divergenti per raggiungere decisioni efficaci ed il più possibile condivise nella logica win win.
Questo obiettivo implica, in primo luogo, l'adozione di un serio piano di comunicazione esterna verso il cliente, verso gli influenzatori del mercato, verso gli operatori della distribuzione moderna, verso la filiera turistica e la ristorazione, verso le istituzioni locali.
Insomma bisognerebbe comunicare per creare un flusso complesso di relazioni che vanno governate con consapevolezza e sistematicità per valorizzare, attraverso il prodotto tipico, un sistema-territorio forse l'unica vera risorsa non delocalizzabile nell'era della globalizzazione.

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