Arte ... un bene di lusso ... un bene per pochi.

Facendo da tempo il consulente di comunicazione aziendale conosco molto bene le tendenze e le novità che trasportano.
Oggi va di moda non rendersi conto di essere etichettata come monella vagabonda (e gli stilisti viaggiano sulla cresta dell'onda), va di moda parlare di vino senza conoscerne realmente la naturale essenza, pensare che la nouvelle cusine sia solo "leccare la conchiglia", vestirsi come dive (e divi) di Hollywood ed avere il conto in banca prosciugato, avere la barca ormeggiata al porto non conoscendo il participio passato di rispettare. E l'arte?
Il mercato dell'arte era considerato un mercato di lusso, pochi acquirenti pochi offerenti. Oggi la musica è cambiata si vende di tutto (e vorrei essere buona) spacciandolo per un'Arte, si dipingono palazzi di patinatura, di erre nobili echeggianti, tutti fingono di essere gran signori. Di qui il gioco è facile, un buon Napoletano (ogni riferimento è puramente metaforico) capirebbe l'affare, il mercato spazzatura è aperto a chiunque, ognuno vive l'arte come crede, senza regole nè creatività. I contenitori spazzatura sono ovunque, la selezione naturale sembra essere svanita. Bisognerebbe imparare a DAR VOCE a coloro che dell'arte (quella vera) ne hanno fatto una vita e non una strategia di marketing.

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